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Liste d’attesa, Anelli (Fnomceo): coinvolgere i liberi professionisti

Il presidente Fnomceo ha proposto di coinvolgere i liberi professionisti nella lotta contro le interminabili liste d’attesa del Servizio Sanitario Nazionale

Il presidente della Federazione Nazionale degli Ordini dei Medici Chirurghi e degli Odontoiatri (Fnomceo), Filippo Anelli, ha proposto di coinvolgere i liberi professionisti nella lotta contro le interminabili liste d’attesa del Servizio Sanitario Nazionale (SSN). Durante il convegno ‘Liste di attesa: i medici liberi professionisti pronti a fornire il proprio contributo’, promosso dal presidente della Commissione Parlamentare Questioni Regionali, Francesco Silvestro, Anelli ha evidenziato l’urgenza di valorizzare la posizione medica, andando oltre la logica burocratica attuale. “Le liste d’attesa sono uno dei temi più scottanti,” ha dichiarato Anelli. “Secondo l’Istat, 4 milioni e mezzo di cittadini rinunciano alle cure e il 50% degli italiani si rivolge direttamente al privato. La spesa ‘out of pocket’ dei cittadini ha superato i 40 miliardi di euro.”

Anelli ha criticato le soluzioni proposte dal decreto sulle liste d’attesa, sottolineando che le prestazioni aggiuntive defiscalizzate sono una risposta insufficiente alla scarsa attrattività del sistema. Le limitazioni legate alle risorse e le norme contrattuali impediscono ai professionisti di svolgere ulteriori attività aggiuntive oltre quelle del 2021. Per questo motivo, Anelli ha chiesto al governo una deroga per consentire ai medici di offrire più prestazioni. Un altro problema sollevato da Anelli è la carenza di medici. “La mancanza di prestazioni o il ritardo nell’esecuzione è collegato a una carenza di professionisti,” ha spiegato. “Veniamo fuori da un’errata programmazione del SSN. Per formare un medico che oggi possa erogare una prestazione specialistica ci vogliono 10 anni”. Anelli ha anche affrontato il tema della scarsa attrattività del sistema sanitario, attribuendola a stipendi bassi rispetto agli standard europei e alla forte aziendalizzazione che condiziona il lavoro dei medici. Per quanto riguarda il rimborso al cittadino per prestazioni negate, ha riconosciuto la complessità del tema, pur ribadendo che è un diritto sacrosanto previsto dalla legge Prodi, attualmente non attuata a causa della mancanza di risorse adeguate.

“Non c’è differenza di formazione tra un medico pubblico e un medico libero professionista,” ha aggiunto Anelli. “I piani terapeutici dovrebbero essere prescritti da tutti i medici.” Anelli ha anche annunciato la ripresa del confronto con il presidente dell’Aifa, Robert Nistico, per trovare una soluzione che permetta a tutti i laureati in medicina di prescrivere qualsiasi farmaco, sostenendo che il codice civile già prevede questa possibilità. Anelli ha concluso ribadendo l’impegno della Federazione a lavorare per garantire un terreno uniforme su cui fare scelte sanitarie, assicurando il supporto della Fnomceo su queste tematiche. “Dobbiamo ricostruire un terreno su cui poter fare queste scelte,” ha affermato. “La prescrizione di un farmaco deve essere fatta perché uno è medico. Non esiste una patente diversa.”

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